Onda dopo onda, il mare ricrea il ciclo della vita, in un cerchio che si apre e richiude per svelare il senso dell’esistenza, racchiudendo in sé e facendo espandere, al contempo, quanto la vita terracquea trattiene e dissipa, ingloba e comunica, ripiega e riflette. La pittura di Marina Carboni contiene un forte germoglio di vita che si trasforma, si trasmuta da segno ad acqua, da onda a tratto, che nasconde e ci svela il nostro vivere, a volte intimo e raccolto, a volte esploso nel colore.
L’eterno ritorno della vita si conforma a un cerchio che vela e ritrae, occhio che pone in risalto i particolari ma anche sottile palpebra che cela.
Il colore si muove sulla grande tela, ondeggia alla ricerca di forme e trova nel cerchio – velo/vela – approdo e senso, incanto e disincanto, aggiunta e sottrazione, per lasciare allo sguardo la possibilità di attraversare il dipinto e trovare, tra le onde del colore, una nitida espressione di vita.
Marina Carboni coglie dal reale ciò che si impone alla sua attenzione d’artista e lo trasforma in un segno che ondeggia sotto il colpo preciso del pennello, a segnare l’instabilità della vita, quanto la ferma qualità dell’opera che si fa invenzione, immaginazione, arte.
La Signora del Mare, fatta di colori, fluttua e si trasforma in creatura da sogno quando le forme-pesce muovono e increspano il segno; il tipico paese marino ligure viene circondato dal cerchio-lente che ce ne mostra i contorni, forse il precario crinale tra bellezza e temperie; il mare urla il dolore di chi perde la vita attraversandolo ma il sangue non si perde nel fondo dell’acqua, sale sulle case, arriva sino a noi, ci inonda col suo terribile carico di sofferenza. L’artista non vuole vederci solo spettatori dei suoi quadri ma ci interroga nel profondo, segno e colore sono il passaggio tra la mano capace che dipinge e lo sguardo di chi ammira, quasi ascolta, quanto l’artista sa e vuole esprimere.
Tecnica che lambisce il nostro vivere, quella di Marina Carboni, che attrae l’osservatore e lo riempie, delinea e inonda, placa l’occhio e sobilla l’animo. Il mare, incessante nel suo moto che crea la vita, si traveste di colore e ci pone di fronte alla forza creativa dell’artista, all’immagine che si forma dentro di noi e ci chiede di restare, ancora, a riflettere sul nostro tempo, sul battito del mare, sulle onde che mai si placano e sempre ritornano.
PIERO CADEMARTORI